In questi ultimi decenni, nel campo della comunicazione, è diventata centrale la qualità dell’ascolto quando ci relazioniamo con gli altri. Questo è un approccio correttissimo che si rifà alle svariate teorie sull’intelligenza emotiva e l’importanza di saperla sviluppare per migliorare le relazioni. È utile sia in campo lavorativo che nella propria vita privata e mi auguro che venga dato sempre più rilievo ad argomenti così stimolanti.
L’auto-ascolto, al contrario, sembra ancora un argomento poco conosciuto e meno sviluppato e sviscerato. Eppure è proprio sapendo ascoltare se stessi per primi ed affinando la capacità di sentire le proprie emozioni e sensazioni che possiamo accrescere anche l’empatia verso l’altro e ascoltarlo in modo più costruttivo.
Cos’è l’auto-ascolto nella Mindfulness
Nella Mindfulness l’auto-ascolto è alla base di ogni pratica, sia formale che informale.
Si tratta di prestare attenzione alle proprie emozioni e sensazioni e a come queste possano essere localizzate in una determinata zona del nostro corpo. È importante saperle distinguere. È importantissimo cercare di dare loro un nome, un valore, sia che identifichiamo queste sensazioni come piacevoli che spiacevoli.
Può sembrare un esercizio banale ma in realtà noi siamo disabituati all’auto-ascolto perché siamo troppo proiettati all’esterno e pochissimo attenti a cosa proviamo a livello fisico in relazione a quello che viviamo quotidianamente.
Capita, quindi, che ci succedano degli avvenimenti e che non ci risulti chiaro cosa essi suscitano a livello emotivo e che effetti abbiano sul nostro corpo.
Possiamo confondere un’emozione con un’altra, soprattutto quando siamo mossi da più stati d’animo allo stesso tempo.
Possiamo provare emozioni come rabbia, frustrazione, tristezza e non ci rendiamo conto che queste possano incidere sulle nostre energie, le nostre scelte e sulla nostra alimentazione.
Ovviamente anche stati d’animo che identifichiamo come euforia, gioia, serenità, sollievo hanno effetto sul nostro organismo e su come ci relazioniamo con il mondo e con il cibo.
Cos’è l’auto-ascolto nella Mindful Eating
Partendo, quindi, dai principi della Mindfulness arriviamo diretti alla Mindful Eating perché spessissimo sentimenti, emozioni, sensazioni incidono sul nostro stile alimentare. Questo succede fin dalla più tenera età e prosegue lungo tutto il nostro percorso di vita.
Possiamo mangiare troppo o privarci del cibo, prediligere cibo spazzatura o essere focalizzati solo su cibi salutari, passare da una dieta ad un’altra alla ricerca di quella giusta per noi. Capita che non sappiamo distinguere una fame da un’altra e che mangiamo nel momento sbagliato o il cibo meno indicato pe noi.
Soprattutto potremmo non capire mai cosa ci fa davvero bene perché ascoltiamo pareri ed esperienze degli altri prendendoli per buoni anche per noi. È proprio questo che intendo quando dico che siamo disabituati all’auto-ascolto.
Ascoltare gli esperti ma non smettere di auto-ascoltarsi
Deleghiamo agli altri le nostre scelte alimentari anche quando non siamo più dei bambini o degli adolescenti i cui genitori si prendono cura di cosa mettere nel piatto a colazione, pranzo, cena.
A chi deleghiamo? Agli esperti, nel migliore dei casi, ma anche a libri, riviste, televisione e social-media.
Nemmeno un bravissimo e competente esperto in alimentazione, però, può del tutto sostituirsi a te e alla tua capacità di auto-ascoltarti quando si tratta di alimentazione. Un esperto (medico o biologo o dietista) può fornire un piano alimentare valido ma sei tu, in prima persona, a decretarne la validità sul tuo organismo che può essere molto diverso da quello di altri pazienti.
È giusto e corretto rivolgersi a persone competenti e anche informarsi per conto proprio dove possibile per farsi un’idea ma, alla resa dei conti, non è altrettanto corretto delegare al 100% all’esterno la scelta di cosa mangiare.
L’auto-ascolto è una forma di meditazione
Le pratiche di auto-ascolto rientrano a pieno titolo nella sfera della meditazione.
Ci sono diverse forme di meditazione nelle diverse culture che popolano il nostro mondo. L’auto-ascolto si rifà alle pratiche buddiste, antichissime eppure sempre attuali anche per l’uomo contemporaneo.
Si tratta di un atto di amore e rispetto per la propria salute fisica ed emotiva che può ampliare anche l’amore e l’empatia per il prossimo. Se non siamo in grado di ascoltare noi stessi, come possiamo essere capaci di ascoltare davvero l’altro?
Tutto parte sempre da noi e dalle capacità che sviluppiamo e che possiamo mettere a disposizione del resto del mondo.
Se desideri iniziare con le pratiche di auto-ascolto, non esitare a contattarci per conoscere i nostri prossimi eventi!
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