Una delle mie canzoni preferite si intitola “Absolute beginners”.
Il titolo tradotto in italiano significa “Principianti assoluti”.
L’ha scritta e musicata David Bowie nel 1986.
Perché la trovo splendida?
Perché parla dell’amore con la A maiuscola e di come ci faccia tornare bambini, ignari delle regole, pronti a tuffarsi in qualcosa di nuovo con cuore puro e coraggioso.
Ecco, in cucina, quando si sperimenta qualcosa di sconosciuto, dovremmo essere tutti “principianti assoluti”.
Cosa succede più spesso, invece?
Che ci portiamo appresso nozioni precedentemente acquisite, schemi di pensiero consolidati nel tempo, rafforzati da esperienze simili fra loro.
E così, ogni esperienza nuova, in realtà ci sembra un po’ meno nuova di quanto vorremmo.
C’è da dire che la nostra mente è dotata di meccanismi efficientissimi e per questo ogni nuova esperienza viene analizzata, processata ed eventualmente incasellata in qualcosa di già conosciuto; la mente lo fa per risparmiare tempo, per economizzare.
Essere bombardati di informazioni nuove da capire e classificare è faticoso, richiede lavoro mentale. Processare il nuovo cercando similitudini e punti di contatto con il vecchio, invece, fa risparmiare energie.
Perché vi parlo di questo? Perché l’argomento di oggi è la mente del principiante: uno dei sette pilastri della Mindfulness e quindi della Mindful Eating che è una sua porzione (una fetta? Giusto per restare in tema culinario).
Cos’è la mente del principiante? Come la si usa? Come si fa a tornare principianti assoluti, bambini alle prime armi?
La mente del principiante la si può esercitare cercando di azzerare giudizio, aspettative, preconcetti.
Togliere, togliere, togliere… Cosa? Filtri, schemi, idee precostituite.
Ad esempio, se è la prima volta che assaggiate un frutto esotico mai visto prima, come vi ponete difronte a questa occasione?
Il cervello non può smettere di funzionare e cercare somiglianze con qualcosa di già visto, verificando anche se il profumo e il sapore ricordano qualcos’altro.
Ma noi possiamo limitare questo tentativo di mettere subito un’etichetta al nuovo esercitando la mente del principiante.
Fare finta di tornare bambini, con lo spirito inesperto di chi ha ancora tutto da scoprire, ci avvicina al nuovo dandoci maggiore soddisfazione.
Nella Mindful Eating esercitare la mente del principiante significa proprio questo: non farci influenzare da quello che conosciamo già, da somiglianze, da pensieri come “l’ho già visto, l’ho già provato, l’ho già capito che sapore ha”.
Ho notato che molto spesso chi si avvicina ad una nuova esperienza culinaria non lo fa con la mente del principiante.
Anzi, si porta appresso una serie di preconcetti e, come se già non bastassero, anche i commenti degli amici, dei conoscenti, degli sconosciuti che parlano in televisione.
Quanto appena detto calza a pennello alla cucina vegana.
Perché fa così paura e fa alzare così tante difese la cucina vegetale?
Probabilmente perché con la sua semplicità e salubrità scardina decenni di tentativi nel convincerci che la carne, il pesce e i derivati animali devono essere la base dell’alimentazione umana.
Ma qualsiasi sia la vostra alimentazione, qualsiasi sia il regime alimentare che avete scelto per voi, non smettete mai di conoscere il nuovo con la mente del principiante!
Tornate bambini in cucina: curiosi, golosi, entusiasti.
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